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CHI SIAMO

Ritratto Dell'uomo

L'Associazione AVIS Calvisano è un'organizzazione senza scopo di lucro che si occupa di promuovere la donazione di sangue nel territorio di Calvisano. Siamo impegnati a garantire una scorta costante di sangue e prodotti ematici per le necessità dei pazienti. La nostra missione è salvare vite umane attraverso la donazione di sangue.

IL PRIMO PRESIDENTE

Enrico Trentini il primo presidente della locale sezione di Calvisano.

Era, il 30 luglio 1967 quando, da un desiderio espresso alla madre morente dal figlio Enrico Trentini (colui che fu eletto primo presidente), si costituì la sezione: 53 i presenti, con il dottor Domenico Tinti nel ruolo di direttore sanitario.

Quel giorno, nell'ambulatorio del medico - adibito a centro di rac­colta "provvisorio" - c'erano: il dele­gato dell'Avis provinciale Germano Questa a sovrintendere la riunione, Marcello Battaglia, Gabriele Can­drina, Alessandro Sbrofatti, France­sco Conti, Giuseppe Cagliari e molti altri.

Da lì in poi, la nuova realtà locale si dirama rapida in paese, tanto da contare un notevole aumento di iscritti, costretti a spostarsi per i prelievi collettivi all'oratorio ma­schile di viale Stazione, per avvalersi poi dei locali della casa di riposo. Intanto al dott. Tinti subentra il collega dott. Giuliano Mainetti, le donazioni crescono a dismisura (78 gli scritti nel 1968), così come l'atti­vità sul territorio. In particolare, ispirandosi all'articolo 4 dello statuto ("propagandare attività spor­tivo-creative"), nel 1968 nasce il "Coro AVIS Calvisano" (con tanto di rassegne corali) e nel contempo avviene la consegna del labaro da parte dell'Amministrazione comu­nale.

Dal 197 4 vengono, dunque, or­ganizzati tornei di calcio (maschile e femminile), corse podistiche e ci­cloraduni.

In tutto ciò, nel 1976 prende vita pure il "Palio dell'oca", con "el zoc del palet" (o pallacorda). Un avve­nimento tanto particolare quanto storico per gli avisini calvisanesi ri­sale però al 1974.

Il maestro Giovanni Borghetti della banda comunale locale, un giorno, sente alla radio un appello "Chiamate Roma 3131... L'AVIS di Fossalta di Piave cerca una banda, gratis, per la festa dei suoi inizi".

Venuti così a conoscenza della ri­chiesta dei "cugini" veneti, diversi nostri avisini - insieme a 120 musi­cisti di altri comuni - il 15 maggio si recano a Fossalta.

L'anno seguente la cittadina ve­neta ricambia, presentandosi a Cal­visano in occasione del decimo an­niversario dell'AVIS.

Viene, pertanto, sancito il gemeilaggio (oggi ancora in essere) tra i due paesi "lontani ma vicini", cul­minato nell'emozionante traversata sul Piave nel '79 a bordo di moto­navi fino a Venezia.

Un connubio assai sentito, raffor­zato ancor più dal legame - avviato nel 1987, su impegno del presi­dente Sergio Candrina, del preside Lino Marzocchi e il fossaltino Gian­carlo Dell'Acqua - tra le le scuole medie delle rispettive comunità: più di 50 i ragazzi ospitati a turno nelle famiglie.

Attorno a quel fervore di "voglia di fare" si formò pure il Gruppo ci­clistico AVIS Acciaierie di Calvi­sano ('74), guidato dal direttore sportivo Adriano Bozzola e dive­nuto campione provinciale del cir­cuito Udace nel 1986.

Da "contorno" alle trasfusioni presso le scuole medie e il ruolo di presidente assunto dal Cav. Sergio Candrina, da segnalare numerosi eventi, tra i quali l'organizzazione di varie gite sociali, il servizio di trasporto ammalati con autolet­tiga.

E ancora: la postazione fissa alla Fiera agricola ('75, con la "Lotteria dell'Asino" dal '77), l'istituzione della Festa del donatore durante l' e­state ('80) in cui s'inserisce la "bi­ciatà' di 15 km.

In occasione del 15esimo anni­versario, invece, ecco l'inaugura­zione del monumento ad hoc (26 settembre 1982): in quell'abbraccio ingrovigliato di marmo "a mo' di goccia", creato da Ilario Mutti e col­locato nel parco di viale Stazione, c'è la sofferenza del popolo in attesa di aiuto.

Il tempo scorre però inesorabile e, tra intramontabili appuntamenti e spostamenti di sede (in via Gari­baldi dal 1990, grazie alla genero­sità di Maria Filippini), la grande famiglia dell'AVIS di Calvisano si allarga sempre più ... "invasa" da giovani.

Fa piacere, pertanto, osservare come nel 1996 si forma il cosid­detto "Gruppo giovani".

Una ventata d'aria fresca che porta in seno alcune novità: oltre a voler diffondere la missione avisina ai neo maggiorenni di Calvisano e frazioni, hanno svolto incontri

informativi periodici sull'operato dell'associazione.

Non contenti, hanno organizzato pure tornei di pallamano, cacce al tesoro, uscite ricreative qua e là per il Nord d'Italia.

Un cambio generazionale che, un passo alla volta, dopo un certo pe­riodo alle spalle dei veterani, li ha portati all'interno del direttivo.

Volti nuovi, quelli di Italo Colo­sio, Ezio Patti, Angelo Galoppini e Cinzia Candrina.

Un quartetto di grandi amici che, nel corso degli ultimi anni, si è avvicendato alla guida del gruppo, al cui timone attualmente vede il ritorno dello stesso Colosio.

Arrivati quindi ad oggi, solo dando un'occhiata ai numeri viene la pelle d'oca: in cinque decadi a Calvi­sano si sono susseguiti circa 800 avi­sini, fornendo approssimativamente 23 mila sacche di sangue.

Nel corso di tutto questo lento (o veloce) scorrere del tempo, sono cambiate diverse cose.

Tra le tante, con l'aiuto di tutta la comunità è stato costruito un cen­tro di raccolta idoneo e all'avan­guardia in via Raffaello Sanzio (inaugurato il 27 luglio 2008).

Un edificio in linea con i dettami sanitari ed usufruito anche dai paesi limitrofi.

Oltre ai cambiamenti, però, ci sono dei punti fissi, capisaldi del gruppo: "il sangue è il dono più pre­zioso ed insostituibile"; "la destina­zione universale del servizio emo­-trasfusionale ...

Un qualcosa che unisce: nessun limite di politica, di razza, religione o censo.

Basta avere dai 18 ai 65 anni (dott. Giuliano Mainetti); "Il san­gue è rosso per tutti" (Enrico Tren­tini); "siete un'inesauribile guida per un continuo progresso sociale" (Battista Guerreschi); "donare è un modo per rompere la spirale indivi­dualistica" (Giovanni Appiani); "è un dovere morale rispondere sem­pre, ovunque e subito" (don Luigi Gandossi).

Ma chi meglio di Sergio Candrina e Giacinto Galoppini, i pionieri del-1' Avis calvisanese, possono riassu­mere delle pagine sin qui scritte: cosa significa essere avisini? "Ho donato quanto la natura mi ha concesso: ho dato una piccola parte di me per il bene degli altri", dice l'uno.

"Dopo 50 anni, sebbene l'età avanzi, sembra di essere ancora ai primi tempi: mi sento parte integrante di questa grande e bellissima famiglia", gli fa eco l'altro.

Ai postumi, ora, il compito di riempire lo spazio bianco che se­gue ...

Il nostro monumento

Monumento A.V.I.S. Calvisano, Realizzato dallo scultore Ilario Mutti e inaugurato il 26-09-1982.

LA NOSTRA SEDE

Una sobria targa esterna alla sede ricorda il dono dell’immobile voluto dalla benefattrice MARIA FILIPPINI. La targa è stata scoperta nell’occasione dell’inaugurazione della nuova sede della sezione Avisina.

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